Il vaccino anti Covid è sicuro? Se sono un soggetto allergico posso vaccinarmi? Domande che ognuno di noi si sta ponendo in questi giorni di campagna vaccinale e a cui abbiamo chiesto di rispondere allo staff dell’Unità Operativa Complessa di Medicina Interna e Immunologia Clinica, diretta dal prof. Amato de Paulis.
Ma procediamo con ordine. Il vaccino Comirnaty Pfizer non contiene né adiuvanti né conservanti. Le attuali linee guida della Società Europea di Allergologia, Asma e Immunologia Clinica evidenziano che gli unici fattori di rischio per reazioni allergiche al vaccino sono pregresse reazioni al medesimo vaccino e la presenza di Mastocitosi (malattia rara caratterizzata d aumentato rischio di reazioni anafilattiche anche spontanee). Essendo il vaccino in questione del tutto nuovo, è consigliabile, per i pazienti con anamnesi allergologica positiva per reazioni allergiche gravi (di tipo anafilattico), anche non indotte da interventi vaccinali, e per i pazienti con asma grave non controllato, sottoporsi a valutazione allergologica finalizzata a confermare o escludere l’idoneità alla vaccinazione. I pazienti con sospetta reazione allergica alla prima dose del suddetto vaccino dovrebbero intraprendere un percorso allergologico prima della somministrazione della seconda dose. È bene ricordare che i benefici della vaccinazione superano di gran lunga i rischi di reazione avversa, anche per la popolazione allergica!
Sì. I vaccini vengono autorizzati solo dopo un’attenta valutazione del profilo di sicurezza durante le diverse fasi di sperimentazione. Inoltre, il profilo di sicurezza continua ad essere costantemente monitorato anche dopo l’autorizzazione. Negli studi clinici fino ad ora effettuati non sono stati osservati decessi attribuibili a tale vaccinazione.
Il vaccino contro COVID-19 è utile a prevenire la malattia da coronavirus 2019 (COVID-19) nei soggetti di età pari o superiore a 16 anni. Il vaccino contiene una molecola di RNA messaggero (mRNA) del virus SARS-CoV-2, modificata in modo da indurre la produzione della proteina di superficie del virus (Proteina Spike). Quest’ultima a sua volta stimola il sistema immunitario del soggetto vaccinato. In base alle sperimentazioni cliniche, l’efficacia del vaccino (dopo due dosi di vaccino) è di circa il 95%. Il vaccino non contiene virus interi, vivi-attenuati o uccisi, perciò non può causare la malattia COVID-19.
Il vaccino contiene anche Polietilenglicole (PEG), noto anche come macrogol, glicole polietilenico o poliossietilenglicole, che è un componente necessario per favorire la penetrazione del vaccino all’interno delle cellule. Tale composto può costituire una potenziale causa di reazione allergica al vaccino nei pazienti con precedenti reazioni allergiche a prodotti che contengono PEG.
Le reazioni avverse più comunemente osservate sono di tipo NON allergico. Tra queste (fino ad 1 su 10 pazienti) si osservano: dolore, tumefazione e eritema nel sito di iniezione, stanchezza, cefalea, dolori muscolari o articolari, brividi, febbre. Raramente (fino ad 1 paziente su 100) è stata osservata l’insorgenza di aumento delle dimensioni dei linfonodi. Infine, sono state segnalate alcune reazioni allergiche durante la fase di vaccinazione di massa.
In alcuni casi i vaccini possono causare reazioni locali estese nel sito di iniezione. Tali reazioni possono insorgere anche molte ore dopo la somministrazione ed in alcuni casi anche il giorno seguente. La cute nel sito di somministrazione diventa dolente, gonfia e arrossata. In alcuni casi può associarsi prurito. I sintomi possono protrarsi per diversi giorni. Questo tipo di reazione NON costituisce una reazione allergica al vaccino e NON rappresenta un fattore di rischio per vaccinazioni successive.
Come avviene per i farmaci e per gli alimenti, alcuni soggetti possono manifestare allergia al vaccino. Le reazioni allergiche ai vaccini sono rare. Alcune reazioni allergiche si presentano con sintomi lievi, come per esempio orticaria, ma sono possibili anche reazioni più gravi. L’attuale limitata esperienza relativamente alle reazioni avverse al vaccino COVID-19 non permette di formulare ipotesi ragionevoli sulle cause e i meccanismi che sottendono eventuali reazioni allergiche.
Circa la metà delle reazioni allergiche ai vaccini si verifica entro 15 minuti dalla somministrazione della vaccinazione (reazioni di ipersensibilità immediata). Inoltre, sono state segnalate reazioni allergiche a distanza di 4 ore dalla vaccinazione. Infine, non è possibile escludere l’insorgenza di reazioni di tipo ritardato a distanza di diverse ore dalla vaccinazione.
L’anafilassi è una reazione allergica di grado severo, ad insorgenza solitamente rapida (generalmente entro minuti o poche ore dal contato con l’allergene scatenante). I sintomi tipicamente coinvolgono più distretti dell’organismo e possono includere: orticaria, angioedema cutaneo, edema laringeo, dispnea, sibili, costrizione toracica, ipotensione, perdita di coscienza sino all’arresto cardio-circolatorio.
Si consiglia in caso di insorgenza di sintomi che possono essere suggestivi di reazione allergica di consultare immediatamente il medico curante o ricorrere a strutture di pronto soccorso. I pazienti con sospetta reazione allergica alla prima dose di vaccino dovrebbero intraprendere un percorso allergologico prima della somministrazione della seconda dose.
Il documento ufficiale della Accademia Europea di Allergologia e Immunologia Clinica (EAACI) identifica come pazienti a rischio elevato di eventi avversi dopo vaccinazione coloro che hanno una storia pregressa di reazione allergica ad uno o più componenti del vaccino e i pazienti affetti da mastocitosi. Inoltre, una valutazione del rischio da parte di uno specialista allergologo deve essere effettuata nei pazienti con una storia pregressa reazione anafilattica a seguito della assunzione di farmaci, alimenti, punture di imenottero, lattice. Una particolare attenzione deve essere riservata a pazienti con pregressa reazione allergica al PEG.
Il PEG è un composto idrosolubile ampiamente utilizzato nelle industrie dei cosmetici, farmaci ed alimenti, compresi alcuni vaccini. Il PEG è presente in molti farmaci attualmente in commercio approvati dalle istituzioni europee e italiane. Le reazioni al PEG sono rare, tuttavia, nei pazienti allergici al PEG sono stati segnalati casi di reazioni allergiche severe come l’anafilassi.
No, l’esclusione incongrua dei soggetti allergici (che rappresentano circa il 30% della popolazione) costituisce un limite al raggiungimento dell’immunità di gregge. I benefici della vaccinazione superano di gran lunga i rischi di reazione avversa, anche per la popolazione allergica. Per i pazienti allergici l’AOU Federico II ha previsto un percorso dedicato potenziando le strutture allergologiche esistenti.
Il vaccino in questione è del tutto nuovo e attualmente non sono disponibili indicazioni generali per i pazienti allergici. Per motivi di prudenza è consigliabile che i pazienti con anamnesi allergologica positiva per reazioni allergiche severe (di tipo anafilattico), anche non indotte da somministrazione di precedenti vaccini, sottoporsi a valutazione allergologica.
Chiunque abbia una storia sospetta di reazione allergica severa al PEG o a un vaccino oppure una storia di anafilassi indotta da farmaci, alimenti, punture di imenottero, lattice, etc. Inoltre, i pazienti affetti da mastocitosi, angioedema ereditario o asma bronchiale dovrebbero praticare un consulto allergologico.
I pazienti affetti da asma bronchiale possono sottoporsi alla vaccinazione previa valutazione allergologica del controllo dell’asma. Inoltre, i pazienti affetti da asma grave trattati con farmaci biologici non dovrebbero sospendere la terapia biologica.
Nella maggior parte dei casi la vaccinazione contro COVID-19 non è controindicata. Inoltre, la Lega Europea contro le Malattie Reumatiche (EULAR) suggerisce di vaccinare i pazienti che praticano terapie con farmaci antireumatici ed immunosoppressori, fatta eccezione per i pazienti in terapia con Rituximab. Si segnala che non essendo disponibili dati specifici, non può essere completamente escluso che l’impiego di farmaci antireumatici ed immunosoppressori possa in qualche modo rendere meno attiva l’immunizzazione a seguito di vaccinazione (compresa quella contro COVID-19). In ogni caso è preferibile consultare il proprio Immunologo/Reumatologo prima di procedere con la vaccinazione.
Questo è improbabile anche se non vi sono allo stato sufficienti dati per escluderlo.
Invia un commento