Non occorrono luci sfavillanti e luminosi addobbi perché un abete diventi un albero di Natale,
perché acquisisca quel valore simbolico sentito e riconosciuto in chi
lo realizza e in chi lo osserva. È necessario che quell’albero racconti
una storia, che sia in grado di rappresentare un percorso, raccogliere
un augurio, infondere speranza.
Ed è per questo motivo che quest’anno
l’albero di Natale allestito in Direzione Sanitaria accoglie tra i suoi
rami semplici cartonati di forma ovale che ricordano le tradizionali
palline natalizie, su cui sono stampate le lettere di ringraziamento ricevute dai nostri pazienti e dai loro familiari ma anche le parole degli operatori sanitari che hanno potuto così ricordare i colleghi che durante questa pandemia ci hanno lasciato.
È l’albero delle reti e delle relazioni, è l’albero del prendersi cura,
è il simbolo di tutti coloro che sono parte di un viaggio che, da quasi
un anno, rappresenta una sfida professionale ed umana senza precedenti.
Ebbene
quest’albero di Natale racchiude il senso più profondo degli auguri che
desideriamo rivolgere a tutti i pazienti e ai loro familiari, ai
professionisti e agli operatori sanitari, perché tutti noi possiamo
trascorrere delle festività natalizie caratterizzate da un comune senso di responsabilità, dall’impegno reciproco di prenderci cura delle persone prima ancora che delle malattie, dal desiderio di sentirci comunità.
Auguri, auguri a tutti, di ritrovare la gioia della quotidianità, la serenità per guardare avanti, il desiderio di alimentare quel legame solidale che ci ha unito nel far fronte alle difficoltà.
Grazie,
grazie a tutti i professionisti della Federico II che hanno affrontato
la complessità delle sfide organizzative e sanitarie che il contesto
emergenziale ha richiesto, con competenza, umanità ed abnegazione.
Grazie ai pazienti e ai loro familiari che con ogni loro segno di
gratitudine hanno sostenuto sempre le nostre equipe.
A tutti, l’augurio di un Natale in salute e colmo di desideri e progetti per il nuovo anno!
Anna Iervolino, Emilia Anna Vozzella, Stefano Visani