FertUnina, Centro di Sterilità e infertilità di coppia







Oncofertilità e preservazione della fertilità


Ogni anno nel nostro Paese, circa 8.000 cittadini di età inferiore ai 40 anni hanno una diagnosi di cancro. La preservazione della fertilità e il successivo supporto procreativo dei soggetti guariti rappresentano un tema di notevole rilevanza nei pazienti oncologici.
Tale questione sta richiamando sempre più l'attenzione degli operatori sanitari, dei pazienti e degli organismi deputati alla gestione e programmazione sanitaria, non soltanto in virtù del miglioramento della sopravvivenza dei pazienti affetti da tumori in età pediatrica e giovanile, ma anche per il ritardo progressivo dell’età del primo concepimento.
Infatti, negli ultimi anni, sono stati fatti enormi progressi nella cura delle patologie oncologiche, soprattutto per il miglioramento dei programmi di screening. Ad oggi, si stima un tasso di sopravvivenza a 5 anni intorno al 65%, che raggiunge più dell’85% per alcune forme tumorali (principalmente linfomi e carcinoma mammario).


Il Programma di Endocrinologia della Riproduzione e Oncofertilità dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Federico II di Napoli si propone di rispondere a queste esigenze attraverso:
- counselling sulle strategie di preservazione della fertilità;
- follow-up oncologico;
- ricerca di gravidanza dopo il cancro.

La crioconservazione dei gameti maschili viene offerta a tutti i malati oncologici candidati a trattamento chirurgico e/o radioterapia e/o chemioterapia dannosi alla produzione di spermatozoi e ai pazienti affetti da patologie sistemiche impattanti la fertilità.

Le strategie proposte per la preservazione della fertilità nella donna sono:

1. Utilizzo di agonisti del GnRH in concomitanza della chemio-/radio-terapia: tali farmaci riducono la tossicità chemio-dipendente al livello ovarico. La somministrazione di agonisti del GnRH, induce una menopausa iatrogena in queste giovani donne, sopprimendo la funzione ovarica e riducendo l’effetto tossico della chemioterapia.

2. Crioconservazione ovocitaria: è indicata in pazienti che hanno la possibilità di rinviare il trattamento chemioterapico di 2-3 settimane e che hanno una riserva ovarica adeguata. Consiste in una stimolazione ormonale con gonadotropine esogene, con successivo recupero degli ovociti, di cui quelli maturi verranno crioconservati per un’eventuale futura tecnica di fecondazione in vitro (FIVET/ICSI), qualora la paziente non riuscisse ad ottemperare spontaneamente il suo desiderio riproduttivo. Anche nelle donne con tumori ormono-sensibili, di cui il più comune esempio è il carcinoma mammario, è possibile effettuare questa tecnica che prevede la stimolazione ormonale in sicurezza, con l’ausilio di un farmaco chiamato Letrozolo, un inibitore dell’aromatasi, che riduce i livelli di estrogeni circolanti.

3. Crioconsevazione del tessuto ovarico: è una tecnica che ha il vantaggio di non richiedere una stimolazione ormonale e che offre importanti prospettive per preservare la funzione riproduttiva. Può essere effettuata in qualsiasi momento del ciclo mestruale, permettendo quindi di evitare il ritardo nell’inizio del trattamento chemioterapico ma necessita di un intervento chirurgico laparoscopico per il prelievo di frammenti di corticale ovarica. È indicata in età pediatrica. È da sottolineare, tuttavia, che si tratta di una tecnica ancora sperimentale.

Inoltre, in ottemperanza al DCA 21/2019, nel nostro centro è possibile crioconservare gli ovociti anche in pazienti non oncologiche quali, ad esempio, quelle affette da malattie cronico-degenerative e/o autoimmuni (sclerosi multipla, endometriosi pelvica, lupus eritematoso sistemico etc…).
Un’ulteriore circostanza in cui è possibile procedere alla crioconservazione degli ovociti è l’insufficienza ovarica precoce. Tale fenomeno, sebbene non riconducibile a cause note nella maggior parte dei casi, può essere associata a problematiche genetiche quali, la sindrome di Turner (Monosomia 45,X0) e la sindrome dell’X fragile.

Inoltre è possibile crioconservare ovociti a persone transgender con sesso assegnato alla nascita femminile o spermatozoi a persone transgender con sesso assegnato alla nascita maschile. https://www.infotrans.it/it-schede-3-mappa_servizi_transgender

 

 



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