Definizione
Una malattia è considerata rara quando ha una prevalenza nella
popolazione generale inferiore ad una data soglia, cioè quando
pochi soggetti sono affetti dalla patologia in un dato momento.
L’Unione Europea definisce tale soglia pari allo 0,05% della popolazione,
cioè definisce una malattia rara quando colpisce non più
di 5 persone ogni 10.000 abitanti (1 caso ogni 2000 abitanti); l’Italia
si attiene a tale definizione.
Altri paesi possono adottare parametri leggermente diversi (negli USA
una malattia è considerata rara quando sono riconosciuti meno
di 200.000 pazienti nella popolazione statunitense, quindi circa 0,08%).
Molte patologie sono molto rare, arrivando a frequenze inferiori ad
1 caso su 100.000 persone (0,001%).
Quante
sono?
Esistono moltissime malattie rare. Nel 2006 la cifra stimata è
stata tra 6000 e 7000 diverse patologie già classificate, ma
questa cifra cresce costantemente con l’avanzare della scienza
medica e della ricerca genetica.
Infatti la stragrande maggioranza sono malattie ereditarie di origine
genetica.
I
malati rari
La bassa prevalenza nella popolazione non significa che le persone con
malattia rara siano poche. Si parla infatti di un fenomeno che colpisce
milioni di persone in Italia. In tutta Europa la stima di Eurordis (European
Organisation for Rare Diseases) fornisce un numero di malati rari di
24-36 milioni di persone. Parlare di malattie rare nella loro totalità
e non come singole patologie serve a mettere in luce e riconoscere una
serie di comuni problematiche assistenziali e a progettare interventi
di sanità pubblica mirati e non frammentati che coinvolgano gruppi
di popolazione che hanno in comune bisogni simili, pur salvaguardandone
peculiarità e differenze.
Caratteristiche
generali delle malattie rare
La definizione di malattia rara basata sul criterio della prevalenza
fa sì che il termine includa patologie di origini e tipologie assai
diverse; tuttavia si stima che l’80 % di tutte le malattie rare
sia di origine genetica.
Le malattie rare possono coinvolgere diversi distretti e sistemi del
corpo umano e a volte anche più di un organo o sistema, diventando
così patologie che richiedono un approccio multidisciplinare.
La quasi totalità delle malattie rare sono anche croniche e invalidanti,
e il paziente affetto deve spesso convivere con i sintomi e le complicanze
della malattia per tutta la vita, spesso fin dalla nascita. In molti
casi si tratta di patologie pericolose per la sopravvivenza del paziente,
che riducono la speranza di vita media e che determinano una riduzione
della qualità della vita. Durante il decorso della malattia,
inoltre, il paziente si può spesso trovare a soffrire l’isolamento
e l’incomprensione della comunità in cui vive a causa della
mancanza di informazione e di conoscenza sulla patologia e sulle sue
manifestazioni.
Farmaci
orfani
Per molte malattie rare il percorso che conduce alla diagnosi e all’eventuale
trattamento può essere difficoltoso, sia per la povertà
di conoscenze medico-scientifiche, sia per lo scarso interesse delle
industrie farmaceutiche alla ricerca e sviluppo di farmaci utilizzabili
da pochissimi malati rari, con scarso beneficio economico rispetto agli
investimenti.
Per tali motivi si parla di farmaco orfano quando esso è destinato
al trattamento di patologie con bassa prevalenza, al di sotto della
soglia stabilita nella comunità Europea o negli USA per la definizione
di malattia rara.
Apposite legislazioni per i farmaci orfani in Europa favoriscono, con
agevolazioni fiscali e commerciali, lo sviluppo di medicinali orfani,
per incentivare le industrie farmaceutiche e gli istituti di ricerca
alla messa a punto di trattamenti per malattie rare.
La designazione di farmaco orfano è conferita nell’Unione
Europea dal Comitato per i Farmaci Orfani dell'Agenzia europea per i
medicinali (EMA) e negli Stati Uniti dalla Food and Drug Adminstration
(FDA).
I Regolamenti
In Europa, in particolare il Regolamento Europeo 141/2000/CE, ha dato
avvio alla fase di definizione di interventi atti a ridurre il disagio
dei malati rari e aumentare la disponibilità di ausili farmacologici,
diagnostici e tecnici che ne migliorassero la qualità della vita.
L’applicazione del regolamento è progredita da allora diversamente
in qualità e quantità nei paesi membri.
In
Italia la Legge
279/2001 (Decreto Ministeriale 279/2001 "Regolamento
di istituzione della rete nazionale delle malattie rare e di esenzione
dalla partecipazione al costo delle relative prestazioni sanitarie,
ai sensi dell'articolo 5, comma 1, lettera b), del decreto legislativo
29 aprile 1998, n. 124", pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n.
160 del 12-7-2001 - Suppl. Ordinario) ha disposto una serie di interventi
a livello nazionale, tra cui la realizzazione di una rete nazionale
costituita da Presidi, appositamente individuati dalle Regioni per la
prevenzione, la sorveglianza, la diagnosi e la terapia.
Secondo
la normativa italiana esiste un elenco ben definito di malattie rare
presenti nell’allegato
al D.M. 279/2001, per le quali il Sistema Sanitario Nazionale
riconosce l’esenzione dalla partecipazione al costo delle relative
prestazioni sanitarie.
Il
10 maggio 2007 è stato siglato il secondo accordo tra il Governo,
le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano sul riconoscimento
di Centri coordinamento regionali e/o interregionali, di Presidi assistenziali
sovraregionali per le patologie a bassa prevalenza e sull'attivazione
dei registri regionali ed interregionali delle malattie rare.